Roberto Succo, la follia diventa cinema e letteratura
In principio è un ragazzo come tanti: frequenta il Liceo Scientifico Morin, va a vedere la Superga al palazzetto, non sembra avere tanti amici ma nemmeno che nella sua testa covi quella “rabbia” (o come uno specialista potrà meglio definire) che lo porterà ad uccidere i genitori, essere rinchiuso in un manicomio criminale ma poi, una volta evaso, seminare per anni sangue e terrore tra Francia e Svizzera. Diventando, oltre che un serial killer, anche una sorta di distorto mito.
Roberto Succo ha 19 anni nel 1981, quando scappa una prima volta dopo il duplice omicidio dei suoi genitori nella casa di via Terraglio alla Favorita, apparentemente per futili motivi. Due giorni dopo l’efferato delitto viene arrestato e per quasi 5 anni rinchiuso in un manicomio criminale. Evade nel 1986, raggiunge la Francia, non senza aver lasciato altre sanguinose tracce del proprio passaggio.
Durante la latitanza dove assume alternativamente le identità di Kurt ed Andrè, allaccia una relazione con la giovane Lea. Lei lo vede spesso cambiare automobili (tutte, ovviamente, rubate), Roberto le dice di fare molti lavori ed è per questo motivo che parte improvvisamente, scompare per un periodo ma poi ritorna da Lea. Succo si muove in realtà tra Francia, Svizzera ed anche Italia. Il suo avversario principale si rivela un ispettore (Thomas) che senza scoraggiarsi segue le sue tracce e continua a braccarlo, fino al momento in cui il il finto Andrè ad un passo dalla cattura uccide due poliziotti, ferma una signora in macchina, la costringe a seguirlo.
Dopo che anche Lea è stata interrogata dalla polizia, Succo che nel frattempo è rientrato in Italia, viene arrestato nei pressi di Santa Lucia di Piave ma ancora nega tutto agli agenti, affermando di fare il killer in Italia. Rinchiuso in carcere, dopo uno show davanti alle telecamere durante un impossibile tentativo di evasione, si uccide in cella qualche giorno dopo nel 1988.
La scheda dedicata da Wikipedia a Roberto Succo con tutta la sua vicenda
http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Succo
Due diverse ricostruzioni della vicenda in programmi televisivi in canali italiani e francesi:
Dal programma Linea d’Ombra di RaiDue https://www.youtube.com/watch?v=jUeTBd-Jx2g
Dal programma Faites entrer l’accuse del canale 2 francese https://www.youtube.com/watch?v=AhGDIA8YhM
Una curiosità legata alla ricostruzione dei luoghi nel film “Roberto Succo” girato dal regista francese Cedric Kahn nel 2001.
Nella foto in B/N a sinistra c’è la scena originale di quando la polizia ha scoperto il delitto dei genitori di Succo. Il regista Cedric Kahn nel ricostruire la scena di apertura del film “Roberto Succo” (a destra) ha scelto di girarla comunque a Mestre, trasferendo però il set in un ramo di via Trento di fronte al Parco Ferroviario. La famiglia Succo abitava invece in via Terraglio. Tragica coincidenza: una ventina di anni dopo il delitto, lo stesso appartamento è stato teatro di un dramma familiare, con una donna accoltellata (non a morte) dal marito.
Roberto Succo (il film integrale, 2001, in francese con sottotitoli in inglese)
https://www.youtube.com/watch?v=Y1XIufjYuAI
Intervista all’attore Stefano Cassetti (2002)
http://cineuropa.mobi/interview.aspx?lang=it&documentID=978
Roberto Zucco (opera teatrale, in Francia)
http://www.youtube.com/watch?v=XiLdsV5bnEo
Le immagini originali della tentata evasione di Roberto Succo dal carcere trevigiano di Santa Bona rappresentarono un vero e proprio scoop per l’emittente Antenna 3 Veneto. La troupe composta dalla giornalista Laura Ferretto e dall‘operatore Lucio Zanato era ad una conferenza stampa in questura quando arrivò la notizia della “fuga” di Succo. Era circa l’ora di pranzo. In pochi minuti la sua troupe fu la prima a giungere sul posto. Ricorda il regista Fabrizio Bazzoni che nel contempo una seconda telecamera venne prontamente puntata dal terrazzo del grattacielo da cui trasmetteva Antenna 3 in via Pisa: dal ventesimo piano venne inquadrato il carcere e la tivù iniziò collegamenti continui per aggiornare sulla vicenda. Le immagini di quelle ore fecero poi il giro del mondo.
La giornalista mestrina Laura Ferretto, è oltretutto presente in ogni docufilm che ricostruisca la vicenda:
“Sono stata anche a scuola con Roberto, anche se in una sezione diversa del Liceo Scientifico Ugo Morin. Ho seguito il caso Succo dall’omicidio dei genitori alla fuga dal manicomio criminale (poi carcere giudiziario) di Reggio Emilia per Antenna Tre, incontrandolo a Mestre nei giorni della latitanza. Ho seguito le sue tracce come cronista fino a Tolone, dove commise almeno altri 6 omicidi, e dove ho ambientato l’inchiesta sulla sua vicenda in Francia. Vorrei ricordare a questo proposito il ruolo e la figura professionale e umana del giudice Nicola Maria Pace, che a Treviso seguì le indagini e che condivise con me il dolore di una vicenda che vorrei, ma non posso dimenticare“.
Una sintesi dello show sul tetto del carcere è in questa clip, con una canzone degli Roby’s Zoo – Roby sul tetto che scotta che richiama la vicenda di Succo.
http://www.youtube.com/watch?v=etGWIvZlqdw
Risulta invece esaurita e fuori catalogo la traduzione italiana del romanzo della giornalista francese Pascale Froment “Ti ammazzo – La vera storia di Roberto Succo” edita da Marsilio nel 1992 e di cui a sinistra pubblichiamo la copertina.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il 28 giugno 2013
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