1971: con la nuova tangenziale apre il Cubo

TERRAGLIO cubo di latoSi nota anche se non si vuole, transitando per la tangenziale di Mestre. Il Cubo, lo chiamano tutti così. Non è servita gran fantasia per un soprannome obbligato.

E’ invece singolare la storia di questa stazione di servizio, che non ha eguali in Italia. Proprio perchè doveva essere un prototipo da ripetere in altre aree di sosta.

E’ stata costruita nel 1971, su progetto di Costantino Dardi e Giovanni Morabito con la collaborazione di Ariella Zattera; è cresciuta assieme alla Tangenziale inaugurata l’anno successivo.

Si completa il rivestimento del Cubo per l'inaugurazione (1971, Ph. Archivio IUAV)

Si completa il rivestimento del Cubo per l’inaugurazione (1971, Ph. Archivio IUAV)

All’epoca era collocata appena prima della barriera autostradale della Bazzera, abbattuta nel 1989 e spostata a Quarto d’Altino alla costruzione della Bretella dell’Aeroporto.

Il grande cubo in struttura reticolare che lo contraddistingue era inizialmente rivestito di un materiale traslucido per poter essere illuminato la notte.

TERRAGLIO cubo di fronteLa copertura è durata però solo qualche anno e la struttura metallica portante è stata lasciata senza rivestimento. In pratica, la compagnia petrolifera abbandonò la clonazione del prototipo di nuova stazione di servizio, ma non eliminò quel cubo metallico che da oltre 40 anni riconosce senza ombra di dubbio quel punto di rifornimento, all’estremità di via Vallon in località Borgo Forte.

Il Cubo illuminato di notte (1971, Ph. Sistema Archivistico Nazionale)

Il Cubo illuminato di notte (1971, Ph. Sistema Archivistico Nazionale)

L’effetto che offriva il Cubo illuminato lo si può rivedere in una foto del Sistema Archivistico Nazionale che ci è stata segnalata da Pierfrancesco Marvulli. L’effetto era notevole, sia perchè la tangenziale era meno illuminata (per quanto si fosse allora vicini alla barriera autostradale) che per la minor densità abitativa tra Borgo Forte ed i trosi di campagna che conducevano verso Dese e Marcon. La tromba d’aria che spazzò via il rivestimento creò danni importanti anche in centro a Mestre: furono abbattute diverse antenne e parabole di emittenti radiofoniche private sopra la Vempa e pure l’insegna del vicino Hotel Ambasciatori di Corso del Popolo venne parzialmente divelta.

 

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