Il “monumento alla morte stupida” in Rotonda Garibaldi

STORIE albero viale garibaldi 1Ci passo davanti ogni giorno. Chi non lo sa neanche se ne accorge di quel mazzo di fiori costantemente presente sull’albero appena dietro alla fermata dell’autobus di Rotonda Garibaldi.

Non manca mai un fiore fresco, dalla fine di novembre 2011. I primi giorni non dico fosse una foresta, ma erano comunque tanti i fiori lasciati alla base del platano. Si sono diradati con il tempo, come forse un ricordo che credo sia il caso di mantenere.

Perchè vivo quel posto come una sorta di monumento alla morte stupida, una incredibile fatalità che può bruciare in un’istante vite umane, intere famiglie dilaniate dal rimpianto. Forse anche altri incauti protagonisti rosi invece dal rimorso.

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Una storia che vale per tante altre, con solo un nome a ricordare Roberto. Che quella sera di autunno inoltrato stava facendo le stesse cose ripetute migliaia di altre volte. Il suo studio professionale era distante poco più di 200 metri dalla fermata dell’autobus. Aveva appena finito una cena in compagnia e stava chiacchierando. Tranquillo, come sempre.

Senza dubbio ha interrotto il dialogo col suo interlocutore quando ha visto passare quell’auto, rombante. Una serie di manovre strane: la macchina era nell’altra corsia, ha frenato bruscamente facendo poi manovra per girarsi poco più avanti. Non c’era gran movimento per il Viale a quell’ora. Perchè, allora, l’auto a tutto gas ha preso velocità ed ha puntato, impazzita, in direzione della fermata dove Roberto chiacchierava?

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Magari perchè chi stava guidando aveva un tasso alcolemico a 1,75. Tra i fumi della sbornia non ha neanche capito quello che aveva combinato. E si preoccupava della macchina danneggiata, non dell’uomo lasciato morente a terra, investito da quel proiettile di lamiere, tra i rottami della pensilina e gli urli dell’amico che era con Roberto.

Quanti incidenti nascono da distrazioni, da casualità, da errori di manovra… Sono tanti purtroppo anche i sinistri mortali come quello di Viale Garibaldi. Con l’alcool a premere il pedale al posto del piede, ad annebbiare i riflessi. Ed a lasciare emozioni di tristezza e pietà anche a chi non conosceva Roberto (anzi, i tanti Roberto) che hanno chiuso la loro esistenza incolpevolmente, in modo così stupido. Stupido. Stupido.

 

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