Alberto Tundo, tre anni fondamentali

 

Alberto Tundo

Ingegnere, residente a Mestre fra il 1977 ed il 1979

“Mestrino dentro

 

Andai via da Mestre come un clandestino senza permesso di soggiorno e lo feci con cognizione di causa in quanto mi resi conto che non ce l’avrei mai fatta a salutare i miei amici, ero troppo triste e disperato.Pensare che solo 3 anni prima , quando ero partito da Lecce per venire su a Mestre, lasciando tutti gli amichetti e la mia bellissima casa a cui ero affezionatissimo, mi sembrava di morire per lo sconforto ed invece, la sorte mi ha dato voi, con i vostri: va in mona de to mare, ara ciò, e se sta eo , se pien de mussatti, ghe sboro oppure la versione più edulcorata “ Ghe sboccia”  and so on!
Mi ricordo che il primo giorno che arrivai a Mestre mio padre ci portò a casa, sul Pam di Corso del Popolo; io rimasi allibito……c’era nebbia, freddo,puzza di smog e le ragazzine ed i ragazzini che  portavano entrambi le Clark’s o fedeli imitazioni!
Avevo lasciato il sole, il caldo, il profumo del Salento di  settembre e le ragazzine con le scarpe da ragazzine…..
Ero al nord! Eppure, a parte qualche fisiologico “ terrone” ricevuto ogni tanto da qualche povero stronzo,ho incontrato solo belle persone, semplici, vere, disponibili e poi quel dialetto che avete, mi ha sempre stordito per la sua bellezza.
E’ come una musica sentir parlare in veneziano o in mestrino, non vorrei fare gaffe perché so che c’è un certo antagonismo tra di voi.

Vuoi saper cosa ricordo di Mestre intesa come città? P.zza Barche e la Coin, la zone di Maccalè dove non ci si doveva mai addentrare quasi fosse una sorta di

Alberto portiere del Tessera sul campo di Bissuola

Bronx, Pettinelli Sport, il 4 sbarrato e l’11 che mi portava a Tessera. Piazza Ferretto, via Cappuccina, lo scavalcamento della ringhiera per entrare al

campetto del patronato, il Terraglio, il negozio si scarpe di Silvan, il periodo delle camicie gialle o rosse, quello delle sciarpe portate aperte sul loden

, le ballerine per le ragazze e gli stivali a punta per i ragazzi, i jeans bell bottom a tubo, le giacche a vento della Rifle, la spuma da 100 lire, i miniassegni, il fatto che all’inizio tutti mi chiamassero Lecce, la prima volta che venni a provare con l’Aleardi e mi portai tutta la roba piegata in una specie di 2

4h di legno, generando una risata collettiva…..cazzo di esordio!!!!!