Nicoletta Policek, guardando al ritorno da una vita all’estero

MESTRINI nicoletta policek in tvSono italiana, sono mestrina, mi sento mestrina non posso farne a meno. Ne sono contenta. Da giovane mi lamentavo che Mestre era un posto che non aveva nessuna identità. Ora mi sento mestrina, già Venezia che pur è molto bella non mi appartiene. Ho dovuto andar via per capirlo.

Nicoletta Policek, nata e cresciuta in centro a Mestre, formatasi al liceo linguistico gestito dalle suore di Nevers, ha uno slancio particolare quando descrive da dove proviene. E sono più di vent’anni che il lavoro di docente universitaria l’ha portata all’estero.

Il suo curriculum sintetizzato dall’Enciclopedia delle Donne racconta solo una parte delle sue esperienze professionali: http://www.enciclopediadelledonne.it/autore.php?azione=scheda&id=402

Criminologa, docente universitaria presso l’University of Lincoln, Gran Bretagna, dove è responsabile del corso di Master Gender, Globalisation and Sexuality. Si occupa di Diritti Umani, Genocidio e Crimini di Guerra. Esperta e studiosa delle Differenze di Genere, si interessa in particolare di violenza perpetrata sulle e dalle donne in situazioni belliche. Attualmente è impegnata nel redigere una monografia sulle donne e la giustizia globale.

I diritti umani al centro di ogni tua attività.
Con un paradosso: fino a pochi anni fa da italiana all’estero non potevo votare, mi occupavo di diritti umani degli altri ma ero di fatto una cittadina di seconda classe.

Che vorrebbe però tornare, quando in molti hanno la valigia pronti per l’estero.

C’è una grandissima nostalgia dell’Italia dopo più di 20 anni di permanenza all’estero fra Scozia, Inghilterra, Thailandia, Sudafrica. Mi sembra un momento creativo dal punto di vista culturale.

Pentita di qualche scelta?

Non mi sono pentita dal punto di vista delle occasioni professionali, anche rispetto a miei colleghi rimasti ho avuto molte più opportunità. Mi sento di aver accumulato molte esperienze lavorative che vorrei condividere con la comunità italiana e mestrina in particolare. Sono abbastanza preoccupata per i giovani italiani: convogliare la loro energia con la nostra esperienza sarebbe una buona soluzione.

MESTRINI nicoletta policek universitàMa com’è che Nicoletta Policek un bel giorno ha preso la sua bella valigetta ed è partita per la terra straniera?
Mi sono laureata in scienze politiche a Padova. Stavo lavorando ad un progetto del ministero di grazia e giustizia e mi occupavo di tematiche legate alla sociologia delle devianze. Ho vinto una borsa di ricerca e fra i 4 selezionati ho scelto davvero di prendere la mia valigetta ed andare all’Università di Edimburgo. Che 20 anni fa era una città molto più chiusa meno cosmopolita di oggi. Io poi mi occupavo di detenzione femminile ed il mio inglese “della BBC” non aiutava la comprensione. Poi sono stata accolta sotto l’ala protettiva di un genio della criminologia critica britannica che mi ha trascinato in situazioni scioccanti che mi portavano a contatto con una povertà ed un disagio ambientale a livello di degrado mai toccato in Italia.

La sfida è stata quindi di cercare il contatto con l’ultimo stadio di questo degrado?

La mia tesi di master dopo la ricerca sul campo era sui rapporti fra polizia e prostituzione di strada, in particolare come l’Hiv aveva modificato i rapporti fra tossicodipendenti e poliziotti. Ero vissuta dall’ambiente come straniera e le prostitute con le quali dovevo interagire mi hanno praticamente adottata per 10 mesi. Questo mi ha permesso di approfondire il tema anche con un dottorato.

Da via Mestrina ai sobborghi di Edimburgo. Da sola. Mica un salto da poco.

Ero “caratteristica” per il luogo: avevo freddo, tenevo sempre uno sciarpone al collo che mi rendeva ben visibile. Avrei voluto fare uno studio comparato applicando la ricerca anche in Italia, ma in realtà le prostitute abbordate da noi erano restie a parlarmi perché avevo un accento un po’ snob (non ho mai imparato a parlare in dialetto) e questa è stata una barriera che non ho trovato invece in molti altri luoghi all’estero dove ho intervistato altre prostitute.

Dopo gli inizi scozzesi, hai viaggiato molto?

Mi sono occupata poi dell’esperienza delle donne sieropositive, di limitare il contagio e di far utilizzare strutture di auto aiuto. Sono state presidente di una ONG che si occupava delle persone sieropositive, carica che mi ha portato a fondarne un’altra sotto l’egida dell’ONU affinché ci fossero per le donne sieropositive maggiori opportunità di poter accedere alle strutture sanitarie e quindi ai farmaci. L’Africa, ad esempio, soffre ancora molto di questa mancanza. Mi occupavo della situazione in Asia, ero di base a Bangkok in Thailandia. Mi spostavo facendo ricerca sul campo e parallelamente training per personale medico e paramedico e per i poliziotti.

Un’intervista più ampia a Nicoletta Policek è andata in onda all’interno della trasmissione 7inpunto di Telepadova 7Gold ed è visibile al link http://www.7goldtelepadova.tv/7inpunto/nicoletta-policek/

link youtube_ http://www.youtube.com/watch?v=Nq1GA9PTO-w

Immagine anteprima YouTube

 

Stefano Pittarello per www.driocasa.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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